venerdì 13 aprile 2012

Vacanze e Natura


Siamo appena tornati dalla nostra bella parentesi pasquale, che, con una coppia di cari amici, ci ha rivisti in un luogo non molto conosciuto eppure tanto ricco da esplorare: il parco Regionale del Matese. Ora, a questa affermazione molti mi hanno chiesto:” e dove è? ” Effettivamente di quella porzione di Parco che abbraccia i territori in un angolo tra Molise e Campania non tutti ne sanno qualcosa. Il Parco Regionale del Matese è delimitato appunto dai monti del massiccio del Matese ed è una delle zone di maggiore interesse naturalistico e ambientale dell'Appennino centro-meridionale tra il territorio Casertano e la direttrice molisana di Benevento-Isernia.

Quest'anno siamo stati ospiti del bellissimo agriturismo “Il casale dei Murandi” , ad Alife, dove l'ospitalità di Antonio e Carolina e dei suoi figli ci ha accolto e coccolato. Siamo arrivati di venerdì e lì ci siamo fermati fino a Pasquetta.
A parte l'inclemenza del tempo, al casale dei Murandi abbiamo avuto tutta la disponibilità possibile. Il Casale è uno splendido agriturismo immerso nel silenzio e nella bellezza della natura del Matese, circondato dai monti e dai verdi prati. Il cibo ottimo e soprattutto genuino preparato da Carolina e dai suoi figli, ha abbracciato appieno i nostri gusti , soddisfacendo anche le esigenze di una vegetariana incallita come me. Le stanze belle e comode sono state trasformate subito in campo di battaglia piene dei gicohi di Francesco, il mio bimbo di 20 mesi e della sua amichetta Giulia di 17 mesi.
Francesco e Giulia non hanno perso tempo e si sono dedicati completamente alla scoperta di quel luogo così nuovo ed affascinante per loro.
Antonio poi, proprietario dell'agriturismo, ci ha guidati alla scoperta del loro orto e mostrato i loro animali ai nostri due piccolini, che guardavano ammirati a bocca aperta conigli, galline, pulcini, oche e vitello.
In quel posto lontano dal caos frenetico che ben conosce chi ogni giorno vive in città, la natura è regina.

La natura, di per se, permette ai bambini di ricevere il giusto nutrimento affettivo, esperienziale e spirituale, attraverso l’immaginazione, l’osservazione, la bellezza, il rispetto, attraverso la sperimentazione dei sensi e del contatto con gli elementi: con la terra, l'acqua, il sole e il vento.
Purtroppo e sempre più spesso, i bambini di oggi, vivono nella freddezza: la freddezza delle cose materiali, della plastica, della televisione, dei computer. Richard Louv, psicopedagogista americano, ha parlato di sindrome da defict di natura. Questo disordine è legato soprattutto alla mancanza di contatto con gli ambienti naturali e con gli spazi all'aperto, talvolta vissuti dai soggetti in questione con ansia e senso di minaccia.

Eppure noi genitori dovremmo insegnare ai nostri figli a fermarsi davanti al palcoscenico di Madre Terra, cercando di risvegliare anche un po’ in noi il bambino che abbiamo dentro per reimparare a sorridere, a stupirci e ad emozionarci, davanti allo spettacolo che la Natura costantemente ci offre. 
E' una sorta di grande viaggio interiore da intraprendere con i nostri bambini , un viaggio che necessita di un percorso da parte nostra, già avviato, per riuscire poi a trasmettere loro questo amore per ogni essere vivente.



Ma, per quella che è stata la nostra esperienza, l'approccio alla natura non è stato subito facile per Francesco, che inizialmente era un po' sorpreso ed intimorito dall'erba del prato, così diversa dal solito asfalto grigio a cui (ahimé!) è abituato. Per questo all'inizio ci guardava un po' smarrito, incerto se avanzare e raggiungerci tra l'erba, o aspettare sul ciglio del prato.
E lì, davanti allo sguardo di mio figlio così perplesso, ho capito davvero quanto sia artificiale la nostra vita in città. Davanti a quello sguardo, un senso di colpa mi ha pervaso. E' giusto, dopotutto, obbligare un bambino a vivere come noi, sballottati dal tran- tran quotidiano, sempre di corsa, tra nonni, asili e mamme super impegantate al lavoro? E' possibile che un bambino debba “temere” l'erba, la terra, il sole e il vento, angustiato dalle mille fobie dei genitori: “non toccare o ti sporchi” “non correre, perchè poi cadi” ,“non stare al sole altrimenti sudi e ti ammali”? Davanti a mio figlio che mi guardava sul ciglio del prato, incerto se procedere o no, confesso, mi sono posta in un attimo tutte queste domande. E poi...il miracolo.
Francesco si è chinato a terra, ha toccato con la manina l'erba che si muoveva al vento e che deve avergli solleticato il palmo e mi ha guardato arricciando il naso. E poi ha mosso i suoi primi passi in quel mare verde; da principio piccoli ed incerti e poi sempre più sicuri. E da allora non lo ha fermato più nessuno. Tutto era fonte di ammirazione e di stupore: le nuvole,il cielo, i soffioni nel prato sui quali soffiare per vederli volare. A volte si muoveva così, vagando quasi sovrappensiero in quella distesa verde e non capivo a cosa potesse pensare quella sua mente ancora così semplice. E credo sia semplicemente il miracolo dell'incontro tra natura e bambino che si compie, perchè il binomio bambino- natura, penso sia il più spontaneo e sincero possibile. I bambini sono attratti dalla natura e da questa ispirati nelle loro scoperte, perchè questa a loro si offre in tutta la sua immensa bellezza. Vi è qualcosa di sacro,in questo incontro, una sorta di Spiritualità dell'animo che spontaneamente si rinnova. E' un inno alla vita, un canto perpetuo che i loro piccoli cuori privi di strutture e preconcetti riescono a cogliere e vivere completamete.
E allora io mamma e adulta, mi faccio un tantino da parte per lasciarli parlare insieme e semplicemente sorridere di questa loro unione.







BARBARA.


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